Nel nome di Verona, si intrecciano le storie di Tommasi e Volpati. Ex calciatori, uno è sindaco, l'altro medico dentista

Pubblicato il 11 ottobre 2023 alle ore 22:19

di PIERANTONIO LUTRELLI - Verona, una città ricca di storia e di storie che si intrecciano. In questa affascinante cornice, due nomi emergono come simboli di integrità e talento: Damiano Tommasi e Domenico Volpati. Nonostante le loro diverse sfere d'azione, e la diversa generazione, entrambi rappresentano l'eccellenza e l'impegno sia durante la vita da calciatori e sia dopo. Domenico Volpati, nato a Novara il 19 agosto 1951 ha giocato nell’Hellas Verona dal 1982 al 1988. Ha lasciato un segno indelebile nel calcio veronese, ovviamente e soprattutto grazie al fatto che è stato tra i vincitori dello scudetto nel 1985. Era il mitico Verona allenato da Osvaldo Bagnoli che predicava catenaccio e verticalizzazioni improvvise che davano vita a contropiedi micidiali. A vittorie inaspettate. In quell’anno tutti fecero i conti con il Verona. Erano gli anni del libero staccato dietro la difesa. Erano gli anni in cui il calcio aveva ancora il sapore nostrano della fatica e della normalità. Il calcio che sfornava fuoriclasse all’oratorio e nei campi sterrati della provincia italiana. In questo contesto il nostro Volpati ha mostrato una dedizione inesauribile verso il calcio. Nonostante fosse già un veterano a 34 anni, ha vinto lo scudetto con la squadra scaligera, dimostrando che l'età è solo un numero quando si è guidati dalla passione e dalla determinazione. La sua presenza in campo era sinonimo di esperienza e saggezza, un faro per i giovani talenti che lo circondavano. E in quegli anni, a 34 anni si era dei “vecchietti” a fine carriera. Volpati aveva forza ed energia. Era un mediano difensivo senza pretese apparentemente, ma invece si fece valere. A differenza di molti ex calciatori non ha avuto uno sbocco nel mondo del calcio. Ha invece deciso di laurearsi in medicina, e poi specializzandosi in odontoiatria, si è trasferito a Termeno in provincia di Bolzano dove per 28 anni ha svolto l'attività di dentista fino al 2019. Ma un medico lo è per tutta la vita. Così nel 2021, vista la necessità di medici vaccinatori per la pandemia in atto, ha ripreso volontariamente il servizio presso il centro vaccinale sul Lago di Tesero. Damiano Tommasi, invece, ha lasciato il suo segno sia nel mondo del calcio che nella sfera politica. Nato a Negrar di Valpolicella il 17 maggio 1974 a 12 Km da Verona, dopo una brillante carriera da calciatore, coronata dal titolo di campione d'Italia con la Roma nel 2001, ha deciso di intraprendere una nuova sfida: la politica. Il suo impegno e la sua dedizione lo hanno portato nel 2022 a sconfiggere con il 53% dei voti al ballottaggio, il sindaco uscente Federico Sboarina, avversario di centrodestra nelle elezioni comunali di Verona, diventando a sua volta il sindaco della città. La sua integrità e la sua passione per il servizio pubblico sono un esempio per tutti coloro che credono nel potere del cambiamento e dell'onestà. In precedenza, aveva svolto il ruolo di presidente nazionale dell’Associazione Italiana calciatori, carica detenuta per molti anni dal mitico Sergio Campana. Tommasi nel campionato 2000-2001, quello dello scudetto con Fabio Capello, fece una stagione strepitosa. Fu il migliore della Roma per rendimento, correva, rubava palloni, costruiva, faceva goal, assist, spogliatoio, gruppo e tutto questo con la serietà che in un ragazzo di 27 anni sorprendeva. Un ragazzo pulito. Una persona che al solo guardarlo in faccia ti ispirava fiducia. Di quelli a cui lasceresti le chiavi di casa senza pensarci due volte appena lo conosci. Di quelli che pur potendosi permettere tutto ha mantenuto i piedi per terra. E oggi alla soglia dei cinquant’anni è un marito e un padre premuroso con i suoi sei figli. Soprattutto un sindaco attento. Nella terra di Zaia, in cui la Liga è fortissima, solo una persona brava e famosa come il Damiano romanista poteva far vincere il centrosinistra alle comunali. Bella storia. Se da sindaco mostra la stessa correttezza e serietà che ha adottato in campo, i cittadini possono dormire sonni tranquilli. Volpati e Tommasi, Domenico e Damiano, due ragazzi della provincia italiana che nella vita hanno dimostrato che pur amando il calcio visceralmente, si possa andare oltre e servire il prossimo con onestà e versatilità anche in altri ambiti. In entrambi questi uomini, l'impegno, la dedizione, l'integrità e il rispetto sono cardini fondamentali della loro esistenza. Sia Volpati che Tommasi hanno dimostrato di essere non solo grandi talenti nelle rispettive aree di competenza, ma anche persone di grande umanità e generosità. Entrambi hanno messo il loro talento e la loro passione al servizio della comunità. Tante similitudini fra i due: Volpati non è di Verona ma ha vinto lo scudetto a Verona, Tommasi che è di Verona ha vinto lo scudetto a Roma, ma a Verona è tornato a fare il sindaco. Due bravi ragazzi talentuosi e di fatica, seri e rispettosi del prossimo, persone perbene e vere perle della storia del nostro calcio. In una sola parola: un esempio.

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